#07 • Cieli diversi

Anche una straniera come me capisce che c’è un forte e stratificato legame storico e spaziale tra la città e i suoi colli. Questo sistema binario non determina solo la forma, la storia e l’orientamento del/nel suo spazio, ma stabilisce una parte fondamentale dell’identità di questo luogo e, forse, ciò che manca quando si è costretti a lasciarlo, ciò che spinge chi l’ha vissuto e lo vive profondamente a tornare. In questa fase inizia ad affacciarsi l’altro, identità indefinibile e identificabile. Che non sono io. Chi sei tu?

L’altro con le sue mappe interiori e le sue scelte indipendenti da me, e da me ingovernabili, agirà su di un piano sequenza che attraverserà e osserverà i colli. Sento che è arrivato il momento per l’altro di entrare e per noi di uscire dal centro abitato, accarezzando in auto quel paesaggio dolce e repentino.

L’ho sentito perché ormai ho appreso che il destino e l’incontro sono la stessa cosa, che una scommessa e un appuntamento sono la stessa cosa. Che con gentilezza, all’altro, prima o poi ci arrivi.

Ho pensato che come gesto di gentilezza, o quantomeno per rispetto della sua prima volta in questo progetto, l’apparizione dell’altro nello spazio deve essere gentile, leggera, immateriale ma insieme viva e vibrante. Insomma, deve essere musica.

La musica come paesaggio interiore di persone che su Bologna hanno tessuto la trama della loro esistenza, nascendoci o scegliendola. E comunque non credo che nel raggio di centinaia di chilometri esista qualcuno che non abbia mai collegato Bologna alla musica. Questi colli hanno sentito più musica di tutti gli auditorium europei messi insieme.

Queste tracce saranno la colonna sonora di un piano sequenza video di 45 minuti che dalla città porterà verso i colli e quindi nuovamente in città. Perché Bologna, per quanto ne so, ti fa sempre tornare, o peggio, ti fa sempre voler tornare.

Trovo la bellezza del piano sequenza struggente, in fondo le partenze sono sempre intimamente drammatiche. Il piano sequenza è un’operazione al tempo stesso spietata e accogliente, che registra senza limiti la realtà nel flusso dell’intercettazione. Vive in e per quell’unità di tempo e di luogo ma non ti permette di scegliere, non lascia spazio alla creazione, alla finzione. Il paesaggio rimarrà ostinatamente lo stesso ma la sua percezione cambierà di volta in volta, sarà l’altro la sua possibile trasformazione, la sua “colonna sonora”, i suoi cieli diversi.

Ah si, io nel frattempo cercherò il più possibile di farmi da parte. Smaterializzerò il mio multiplo finché di me non rimarranno che due cose: un occhio e un orecchio. E siccome per la sottrazione provo un piacere vivacemente sensuale, non vedo l’ora.

Ringrazio di cuore Giacomo Gelati per avermi coadiuvata nella scelta del percorso e quindi accompagnata a realizzare la ripresa. Non basteranno tutte le petroniane di Bologna per ripagare la tua fiducia e la tua gentilezza!

Un po' di numeri 29 km in auto per 45 minuti di girato video = 405 minuti di piano sequenza audio(differenziato)-video


Il cielo di Francesca Bono (Ofeliadorme)



Il cielo di Giacomo Gelati (Altre di B)