#08 • “Io oscillo...”

Non credo nell’utilità del maschio, se non quella di offrire un braccio alla morte. Se si muore, se si è infelici è perché lo si vuole, perché lo si è scelto, ancor prima che qualcuno o qualcosa tagli il nostro filo. Quel filo, il filo che serve a raggiungerci e forse a finirci, siamo noi a stenderlo alle nostre spalle. Siamo noi che vogliamo farci raggiungere. Siamo noi il nostro nemico.

Non fu Teseo a uccidere il Minotauro, ma il Minotauro stesso a togliersi la vita. Solo chi può creare la nuda vita conosce il dolore e può danzare con la morte. Solo Arianna può desiderare e incontrare il dolore riavvolgendo il filo e raggiungendo la bruta vita. Il Minotauro sa cosa è la morte, Arianna sa cosa è la vita, perché entrambi conoscono il dolore. Arianna cerca il Minotauro, il Minotauro cerca Arianna, ma nessuno dei due si trova, ed entrambi si perdono perché sono la stessa creatura.

Il teatro di questo oscillare tra il trauma e la gentilezza è il labirinto, è lo spazio noto e sconosciuto nel quale si impiglia questo filo. Bologna per me è questo labirinto dove io mi sono persa e ritrovata e dove vorrei che avvenisse l’incontro, la danza tra il Minotauro e Arianna.
Ho scritto su questa città, che ne è storicamente sintesi, la frase "Io oscillo fra il trauma e la gentilezza". L’ho attraversata, ne ho ricucito il trauma con un filo rosso e presto anche voi camminerete con me lungo la gentilezza leggendo una ballata che di quella fusione porta le tracce e i riflessi.
"Io oscillo tra il trauma e la gentilezza" è un motto di importanza capitale coniato, vissuto e sofferto dalla mia carissima amica Cy Jonsdottir.

Cy Jonsdottir è un’artista transgender figlia di una canadese e di un islandese, che vive da un po’ di tempo a Valsinni (in Basilicata) dove sta studiando la vita e l’opera di Isabella Morra, poetessa cinquecentesca, uccisa dai fratelli per un amore sbagliato. Cy nel giorno della gentilezza, mentre andava a trovare dei suoi amici proprio a Bologna, si interrogava senza risposte sul significato del trauma (solo pensieri leggeri per questa meticcia dei sessi e delle culture) e, al suo arrivo a Bologna, mentre assaggiava cioccolata tra gli stand dell’ennesima fiera in Piazza Maggiore, apprese degli attentati di Parigi e tornò subito a casa con i suoi ospiti per capire cosa stesse accadendo. Nel tragitto verso casa le risultò ancora più surreale la sua riflessione pomeridiana in quel giorno mondiale della gentilezza, mentre la città ignara e in festa. Il giorno dopo, senza neanche pensarci, sintetizzo con una frase l’essenza di quella folgorazione: “Io oscillo fra il trauma e la gentilezza”, lo disse in piedi, nella cucina dei suoi amici, in via Mascarella. Una sedia rotta di fresco, issata su una dispensa in un angolo, a un paio di metri d’altezza, è stata testimone di quel momento, e sta ancora lì. Quelle parole risuonavano in ogni silenzio da quel giorno in poi, quel mantra è l’unica cosa su cui ha deciso di lavorare da quel momento alla fine della sua vita. Gliel’ho chieste in prestito perché credo che in quell’istante Bologna abbia trovato la sua voce. Io oscillo fra il trauma e la gentilezza.

E ci credo bene. È una delle città più traumatizzate del nostro paese. I bombardamenti del 1943 (210 tonnellate di bombe lanciate da 120 aerei americani, 936 morti e 1000 feriti, il patrimonio profondamete offeso), la strage in stazione, il 2 agosto 1980 (85 morti e 200 feriti, un orologio ancora fermo, una ferita sul muro e nella memoria di chiunque, nessun mandante e nessun esecutore, sempre gli stessi), le brigate rosse, le stragi, i conflitti del ’77, Francesco Russo e Marco Biagi. Eppure Bologna mai mi ha guardato con diffidenza, mai ha guardato con diffidenza nessuno, tutt’altro, il trauma non l’ha mai resa né cinica, né inabitabile, mi ha accolto, ci ha accolti e ci accoglierà sempre tutti, sa prendersi cura delle proprie e delle altrui ferite. Ha accolto me, ha accolto noi, le sue porte sono aperte come le braccia di una mamma, ha tolto la chiave dalle sue toppe. Ci sono davvero delle porte di legno nei cardini che chissà da quanto tempo non sono state chiuse. Le ho toccate e si muovono pure!

Un po' di numeri > TRAUMA: 4.1 km + GENTILEZZA: 9.3 km = 17.1 km


Il_filo

Arianna e il Minotauro